Graduating student in Computer Science gives private lessons of Mathematics, Physics, Computer Science

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• Da dove nasce la tua passione per la materia che insegni e per le lezioni private?

  Iniziamo con un domandone! Il bello (sì, c'è un bello!) della matematica è che le domande più profonde che ci possiamo fare circa questa materia, sono le più semplici ed inaspettate. Quando ho capito che in matematica e informatica ero in grado di aiutare davvero qualcuno, me ne sono appassionato. E da lì, una decina di anni fa, ho iniziato con le lezioni private. Un aspetto appassionante di questa pratica è il suo lato educativo. Non solo si aiuta un singolo individuo, ma si agisce anche su una triangolazione educativa, in cui è fondamentale intravvedere oltre che lo studente, anche il professore e i genitori. Un grande arricchimento per il quale sono spesso io a dire grazie a chi mi contatta per lavorare assieme.

• Quali sono le tematiche che preferisci trattare con gli allievi? E quali sono quelle che ti piacciono meno?

  Non ho una preferenza in merito. O meglio, tutto ciò che può aiutare lo studente nel superamento dell'ostacolo - che è l'origine del nostro rapporto - è utile che emerga. Tuttavia, ritengo importante stabilire dei limiti entro i quali agire.

• Quali sono i tuoi modelli o punti di riferimento? C'è stato un insegnante o un'opera in particolare che ti hanno segnato e ispirato?

  Ho avuto molti maestri - oltre che insegnanti - che mi hanno accompagnato ed ispirato nel mio percorso: sono stato molto fortunato. In merito alle competenze basilari di questa mia attività, menziono il Prof. R. Sassi, ordinario dell'Università Statale di Milano di Elaborazione numerica dei Segnali e Teoria dei Sistemi, e la Prof. P. Barbonetti, docente di matematica all'ITIS S. Cannizzaro di Rho (MI). Come opera cito "Le Petit Prince" di Antoine de Saint-Exupéry: uno splendido trattato di algebra lineare delle emozioni.

• Quali sono, secondo te, le qualità necessarie per essere un buon insegnante o un esperto nel tuo dominio?

  Chi ha un'esperienza nell'ascolto, riesce meglio a comprendere l'esigenza di chi cerca un aiuto. Ascoltare è un'arte nella quale ognuno di noi si adopera al meglio. Questo perché penso che l'insegnante necessiti di competenze educative oltre che formative. In quanto al mio dominio di insegnamento, cioè le materie o discipline didattiche, credo che l'unico accrescimento della propria esperienza venga dallo studio e dal lavoro.

• Raccontaci un aneddoto divertente o particolare relativo alla tua formazione o ad una esperienza di lezione!

  Non ho mai accettato le ripetizioni impartitemi (e mi sarebbero largamente servite a suo tempo!). Quindi, quando viene rifiutato il mio intervento sorrido rivedendo dall'altra parte il mio io di adolescente, tanto reticente all'aiuto esterno! (Scherzi a parte: non tutti i docenti sono tali per tutti i discenti).

• Rassicuraci, anche tu, come tutti noi, hai riscontrato qualche difficoltà a scuola.. ?

  Eccome! Ho rifatto l'ultimo anno di Liceo, e i primi anni di università non sono andati molto meglio. Si è trattato di una crisi che mi ha insegnato molto. Detto in una frase: se l'esperienza della formazione ti arrocca nelle tue convinzioni, non ti farà mai incontrare l'altro.

• Quali sono le tue passioni, oltre alla materia che insegni?

  La musica. Batteria e tastiera sono gli strumenti con cui mi esprimo principalmente, improvvisando, da solo o in ensamble. Partecipo anche come attore ad una compagnia teatrale. Filosofeggio anche spesso sui temi di attualità.. ma non mi viene così bene come il resto, diciamo.

• Cosa ti rende un grande Superprof (oltre al fatto di aver risposto a questa intervista :-P)?

  L'essere stato "microprof", che non è una marca di professori, ma la condizione necessaria per poter fare esperienza, da prof. Citando Il Piccolo Principe: "tutti i grandi sono stati bambini, ma pochi se ne ricordano."