Student offers lessons in music theory and modern piano, which embrace various musical genres, from pop, through funk and blues, to jazz

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• Quando hai cominciato ad appassionarti alla musica e quando hai iniziato a suonare il tuo strumento preferito?

  Fin da bambino i miei genitori, soprattutto mio padre, mi hanno trasmesso la passione per la musica, facendomi ascoltare la musica più variegata: dalla classica, passando per il pop, fino al rock anni '60 e '70. Inoltre, già a sei anni iniziai un corso di pianoforte che frequentai per un paio di mesi, ma, a causa di un approccio totalmente incentrato sul solfeggio, non rimasi particolarmente soddisfatto e decisi di smettere. Più avanti, in seconda media, presi parte un corso di pianoforte di gruppo, che si rivelò più stimolante perché fin da subito ci fu data la possibilità di studiare dei brani completi. Da quel momento in poi, non ho mai smesso di imparare e di meravigliarmi per questa splendida forma d'arte!

• Quale musica potresti ascoltare in loop senza stancarti mai?

  Sicuramente qualsiasi cosa dei Beatles e, in generale, con una base pop e influenze blues, r&b, soul. Anche la classica e il jazz non sono male! ;)

• Qual è la lezione più difficile o più sorprendente che ti ricordi?

  Probabilmente la parte sulle scale modali è stata abbastanza ostica, ma anche molto intrigante. Devo anche menzionare che qualsiasi cosa legata all'armonia mi ha sempre molto affascinato, quindi il circolo delle quinte è un argomento che considero particolarmente importante e fondante.

• Qual è, secondo te, lo strumento più complicato da suonare e perché?

  Non ho mai dato tanta importanza a questo argomento perché nessuno strumento è complicato se ci sono la voglia e la passione di imparare. Tuttavia, a livello tecnico penso che il violino, come la maggior parte degli strumento ad arco, richieda molta pratica, anche solo per produrre una nota gradevole.

• Quali sono, secondo te, le chiavi per riuscire in campo musicale (oltre a quelle del Sol e del Fa :-P)?

  Non ci dimentichiamo della chiave di Do eh! A parte gli scherzi, penso che la dedizione, la costanza e la voglia di imparare, anche a piccoli step, siano aspetti cruciali. Superato un certo livello di apprendimento, si procede sempre in maniera incrementale, quasi impercettibile, ma la difficoltà sta nella consapevolezza dei propri miglioramenti e di cosa fare per raggiungerli.

• Quali sono i musicisti con i quali ti piacerebbe improvvisare una jam session o esibirti in concerto? Perché?

  Voglio rispondere in modo particolare, dicendo un paio di artisti per periodo/genere. Probabilmente per quanto riguarda la musica "classica" sceglierei Mozart e Debussy, che, tra tutti i musicisti del passato, rappresentano maggiormente il mio stile e la mia indole. Del ventesimo secolo, per la musica leggera, direi Beatles (band e membri singolarmente), Stevie Wonder e Earth Wind and Fire, perché è la musica che mi ha cresciuto e che tuttora mi emoziona e mi trasmette di più di quel periodo. Infine, degli ultimi anni fino ad oggi, voglio nominare Jacob Collier, Vulfpeck, Jamie Cullum e Cody Fry, che per musicalità e tecnica sono a livelli altissimi.

• Raccontaci un aneddoto divertente o particolare relativo alla tua formazione o al tuo lavoro!

  Durante una lezione di teoria musicale di gruppo, stavamo svolgendo ear training: il nostro professore ci suonava un accordo, una scala o un intervallo e noi dovevamo capire di che tipo fosse. Era una sfida a chi indovinava prima e quindi a ogni risposta dovevamo prenotarci per potere rispondere alla domanda. Tra le tante parole che si potevano usare per prenotarsi, quella che il nostro maestro ci suggerì, in modo scherzoso, fu "cane!".

• Cosa ti rende un vero Superprof adorato da tutti gli allievi?

  Disponibilità, puntualità, passione. Instaurare un rapporto sano e duraturo attraverso empatia e comprensione, penso sia l'aspetto fondamentale della mia didattica. Il mio metodo non prevede rigidità e freddezza ma, al contrario, una forte attenzione nei confronti delle necessità dei miei allievi. È fondamentale potersi esprimere al meglio quando si suona, perché è davvero uno dei pochi momenti in cui ci sentiamo liberi e leggeri.